Avviso di asta pubblica per la vendita dell’immobile di via Riberi 6 – Torino – allegato pdf
Relazione estimativa a cura della Città di Torino in data marzo 2014 – allegato pdf
Rogito in data 28 aprile 2014 Notaio Morone con allegate planimetrie catastali – allegato pdf

Documentazione integrativa

Valore a base d’asta: € 1.050.001,00

Localizzazione

L’immobile occupa l’isolato all’angolo tra le vie Riberi e Gaudenzio Ferrari in pieno centro storico in un contesto aulico caratterizzato dalla Mole Antonelliana e dalle immediate vicinanze di “Palazzo Nuovo” polo universitario delle facoltà umanistiche di Torino. Confina con immobili di proprietà privata sulla via Riberi e con una scuola materna su via Ferrari, prospetta il retro della Mole Antonelliana.


Immagini

Descrizione Storico-Morfologica

Lo stralcio della Pianta di Torino di I. Galletti del 1790, fornisce una precisa configurazione della zona cittadina a nord del complesso a fronti unitari di Via Po. I Giardini Reali si sviluppavano lungo gran parte dei cosiddetti Baluardi di Levante: tra questi il Bastione di San Carlo (localizzato dove ora è la Mole Antonelliana) ed il Bastione di Sant’Antonio Abate all’angolo tra le attuali vie Verdi e Giulia di Barolo. La zona era solcata dall’importante contrada della Zecca (Via Verdi). La via si concludeva in corrispondenza della cinta dei Giardini Reali, poco prima del bastione di San Carlo. Anche lo stralcio della Carta Geometrica di Torino a stampa di Andrea Gatti nel 1823, fornisce una minuziosa configurazione del tessuto edilizio nel periodo della Restaurazione corrispondente agli anni del regno di Vittorio Emanuele I.

Dal confronto delle mappe del 1790 e del 1823, è possibile cogliere le trasformazioni attuate nella zona. La cerchia fortificata cittadina era stata smantellata dai Francesi con l’eccezione del tratto in corrispondenza dei Giardini Reali. La contrada della Zecca era stata prolungata verso est fino e oltre il baluardo di levante.

Nel 1850-52 nell’ambito dell’allestimento del Piano d’ingrandimento della capitale, venne progettato l’ingrandimento parziale della città nel quartiere di Vanchiglia. La zona di forma triangolare era costituita dalla parte a nord e compresa tra Corso San Maurizio e l’arco del Po. Il progetto, elaborato e firmato da Carlo Promis, stabiliva il proseguimento delle due contrade nord – sud della Posta (attuale Via Rossini) e del Cannon d’Oro (via Montebello) sino ad incontrare Corso San Maurizio. La realizzazione dei due tratti di via comportava importanti opere di livellamento e di spianamento per poter eliminare il cambio di quota tra i soppressi giardini reali posti sui baluardi ed i terreni a nord posti più in basso. Ortogonalmente alle due vie nella direzione ovest – est e parallele a via della Zecca veniva stabilita l’apertura della breve via Gaudenzio Ferrari, appoggiata al vertice del bastione di San Carlo, ed attestata ad ovest sui Giardini Reali, ed ad est sul Maneggio.

Il manufatto, oggetto della presente, rientra quindi tra le realizzazioni degli anni sessanta, prima del trasferimento della capitale del 1864. A partire dal 1853, infatti, il Demanio allestì un piano per la lottizzazione e la vendita dei terreni di Dotazione della Corona già appartenenti alla seconda parte dei Giardini Reali in corrispondenza del bastione di San Carlo. In tale occasione, per sfruttare meglio i terreni disponibili venne prevista una via privata in direzione nord – sud, l’attuale via Riberi, il cui tracciato andava a convergere con un vertice del Bastione. L’assetto dell’isolato di Santa Reparata (n. 66 Sezione Po), cosi formatosi, era caratterizzato, nel periodo tra il 1864 e il 1867, da limitati interventi edili costituiti da un “rustico e basso fabbricato” posto nell’angolo tra Via Riberi, e via Gaudenzio Ferrari e da alcune “case” sul limite meridionale ed occidentale. Il fabbricato in questione può essere considerato un esempio tipologico, realizzato nel 1963 dal proprietario Giuseppe Ropolo su progetto dell’ing. Francesco Vigliani, ha mantenuto le caratteristiche originarie, con strutture modulari ad arconi e volte. Il primo progetto presentato risale al 28 febbraio 1863, il proprietario, chiese di poter realizzare “il suo laboratorio e casa civile”. Il progetto è composto di due elaborati grafici: nella planimetria d’inquadramento dove è indicata la porzione di proprietà, collocata nell’angolo tra Via Gaudenzio Ferrari e “Via privata” è ben rappresentato il profilo poligonale dell’”antico Bastione” di San Carlo. Il “Progetto di laboratorio con abitazione ..“, a firma del succitato ingegnere , prevedeva la realizzazione di un fabbricato con ingombro di ml 12,00 per ml 20,96 collocato a nord, scandito da 5 campante a due elementi modulari. Il fabbricato previsto si sviluppava su due piani fuori terra più un livello interrato. Il piano terreno era scandito da cinque aperture sul fronte di Via G. Ferrari ed era evidenziato da un basamento riproducente un falso bugnato. Detta decorazione e un sistema ad un’apertura per ogni campata, a piano terra, proseguiva anche sul prospetto laterale e con caratteristiche analoghe inglobava il corpo di fabbrica del laboratorio collocato nella rimanente porzione della particella che risultava così saturata.

Successivi progetti del 1873 e del 1875 evidenziano la volontà dei progettisti di mantenere gli elementi decorativi caratteristici del progetto originario, interessante risulta essere la decisione di utilizzare parte della scarpa del vecchio bastione come contenimento laterale e coma appoggio delle nuove fondazioni.

Gli interventi di completamento e riqualificazione proseguirono, nel 1896 fu presentato un ”Progetto di ampliazione” con il quale veniva riordinata e ampliata la superficie a disposizione. Viene prevista la sopraelevazione di entrambi i fabbricati su Via G. Ferrari e su Via Riberi e l’estensione del piano interrato sull’intera particella. La fisionomia attuale del manufatto risulta molto più semplificata probabilmente a seguito di interventi di manutenzione effettuati sulle facciate e non essendo state realizzati gli ampliamenti richiesti con il progetto del 1896. L’immobile è costituito da due fabbricati a due piani fuori terra che si sviluppano su tre maniche, ad “U”, su un lotto di piccole dimensioni abbinato ad un cortile occupante una porzione dell’isolato di Santa Reparata (n. 66 Sezione Po).

La manica principale su Via Gaudenzio Ferrari risvolta a tutta altezza sul bordo dell’isolato su Via Riberi, e con un avancorpo interno al cortile nell’estremità sud-est. Il piano terra ha uno sviluppo altimetrico minore vista la destinazione originaria a laboratorio, e non è contraddistinto sul prospetto da nessun elemento connotativo. Sul lato di Via Riberi il sistema d’aperture ad archi s’interrompe dopo 4 elementi e, intervallato da tre finestre, si conclude con altri due arconi. Al primo piano un’unica tipologia su entrambi i prospetti. Finestre con e senza sistema d’oscuramento. Solo le aperture dell’ex laboratorio sono riquadrate e una fascia a dadi sottolinea il cornicione. L’immobile presenta quattro ingressi distinti dei quali uno carraio. L’accesso al cortile interno avviene indirettamente passando dalla manica sud dal laboratorio. I collegamenti verticali sono due: uno autonomo e d’accesso all’appartamento al primo piano, l’altra scala all’innesto delle due maniche mette in comunicazione con il primo piano e con il piano interrato. La distribuzione interna degli spazi, nella manica su Via Gaudenzio Ferrari, è impostata su ambienti “passanti” al piano primo, mentre al piano terra e parte dell’interrato è occupata da un unico locale per l’intera superficie. La manica su Via Riberi si sviluppa su campata unica al piano terra, mentre al primo piano alcuni tramezzi suddividono lo spazio. La manica a sud che completa la riquadratura del manufatto sul lotto si sviluppa solo per un piano fuori terra, è un unico locale con accesso anche dal cortile interno. La copertura è a terrazzo. Sul cortile i prospetti sono stati ulteriormente semplificati: al piano terra il laboratorio veniva illuminato da grossi finestroni rettangolari. Il piano interrato al quale si accede dall’ingresso da Via Riberi, è costituito da una serie di spazi distinti ma è essenzialmente caratterizzato da un ampio locale voltato in corrispondenza del cortile interno. Detto spazio è illuminato da tre “bocchettoni” affioranti dal piano di campagna, con un sistema d’illuminazione e aerazione costituito da “pozzi” sporgenti nel cortile. Detto locale è a campata unica ed è visibile ancora una porzione del muro a scarpa dell’antico bastione di San Carlo che perimetra il locale. La porzione a nord conserva le caratteristiche originarie cioè con strutture modulare ad arconi e volte. La struttura statica edilizia è quella tipica ottocentesca, con struttura verticale in muratura, struttura orizzontale a volta e con solai in ferro e mattoni.. La copertura è a due falde con raccordo a padiglione.Il cornicione è sorretto da un sistema a dadi e chiude superiormente il prospetto. I fronti del cortile interno riprendono la scansione interna dei locali nel corpo principale, mentre gli spazi a laboratorio sono caratterizzati da grossi finestroni vetrati.

Top

Dimensioni: Superficie per Piano

PIANO TERRA 590 mq
PRIMO PIANO /ESCLUSO TERRAZZO) 480 mq
PIANO SOTTOTETTO – ABITABILI 120 mq
TOTALE 1190 mq
SUPERFICIE FONDIARIA 770

Top

Pianta

Disponibili i disegni in formato pdf.

Top

Stato conservativo e occupazionale

L’immobile si presenta in una condizione avanzata e generalizzata di degrado. Per l’immobile non è stato rilasciato permesso di abitabilità, in quanto costruito anteriormente all’entrata in vigore della legge urbanistica n. 1150 del 1942. L’immobile è libero.
Il complesso è costituito da due fabbricati, entrambi a due piani fuori terra, insistenti su un terreno di complessivi mq. 1.000. La Fondazione del Teatro Stabile di Torino è proprietaria del solo fabbricato sito al n. 6 di Via Riberi (che insiste su terreno della superficie di circa 770 mq). L’edificio presenta cedimenti strutturali puntuali e necessita opere di messa in sicurezza e/o bonifica ambientale.

Top

Elenco allegati (pdf – 8 MB – DOWNLOAD)

  • scheda tecnica di sintesi dell’immobile;
  • documentazione fotografica;
  • estratto situazione fabbricativa, in scala 1:1.000;
  • estratto della Tavola n. 1 del P.R.G. “Azzonamento. Legenda” – Foglio 0;
  • estratto planimetrico della Tavola n. 1 del P.R.G. “Azzonamento. Aree normative e destinazioni d’uso” – Foglio 8A (parte), Stato Attuale, in scala 1:5.000 con sovrapposizione di lucido che evidenzia la localizzazione delle aree interessate;
  • estratto planimetrico della Tavola n. 3 del P.R.G. “Zona Urbana Centrale Storica. Tipi di intervento” – Foglio 6 (parte), Stato Attuale, in scala 1:1.000;
  • estratto planimetrico della Tavola n. 3 del P.R.G. “Zona Urbana Centrale Storica. Tipi di intervento” – Foglio 6 (parte), Variante, in scala 1:1.000 con sovrapposizione di lucido che evidenzia la localizzazione delle aree interessate;
  • estratto planimetrico della Tavola n. 6 del P.R.G. “Zona Urbana Centrale Storica. Riconoscimento dei caratteri architettonici degli edifici” – Stato Attuale, in scala 1:2.000;
  • estratto planimetrico dell’Allegato Tecnico del P.R.G. n. 15 “Aree di interesse archeologico e paleontologico”, in scala 1:25.000, con evidenziazione delle aree interessate;
  • estratto delle N.U.E.A – Fascicolo 2 – Schede Normative, Stato Attuale;
  • estratto delle N.U.E.A – Fascicolo 2 – Schede Normative, Variante
  • parere della Divisione Ambiente e Verde – Settore Ambiente e Territorio prot. 17511 del 10/11/2008.
Top