Come spesso è accaduto per i testi capitali della storia del teatro, la prima di Sei personaggi in cerca d’autore, nel 1921, fu un sonoro fiasco. Al grido di ≪Manicomio! Manicomio!≫, il pubblico inferocito del Teatro Valle di Roma quasi aggredí il povero Pirandello. Gli spettatori erano infatti rimasti scioccati da ciò che si erano trovati davanti: un palcoscenico disadorno, la totale assenza della “magia della rappresentazione”, un gruppo di attori e un capocomico che discutevano con sei ambigui figuri sul modo migliore di mettere in scena il loro dramma borghese mancato. La completa rottura delle convenzioni teatrali, insomma. Si dovette aspettare il 1923, con la messinscena parigina di Georges Pitoëff, perché l’opera ottenesse il successo trionfale che meritava. ≪In capo a qualche decennio – ha scritto Ferdinando Taviani – entrò a far parte di quel numero ristrettissimo di capolavori teatrali che vincono in fama i loro stessi autori e divengono un simbolo del teatro≫. Oltre a segnare un vero spartiacque per la scena italiana, raccontando il passaggio dal teatro ottocentesco del “grande attore” al novecentesco “teatro di regia”, i Sei personaggi inscena il sempre attuale incontro-scontro fra la mente del poeta e il mondo dei teatranti.

Scrive Gabriele Lavia: ≪Chi sono questi Sei personaggi … che entrano dal fondo della platea di un teatro “in cerca d’autore… uno qualunque”? […] Pirandello ci dice che ha scritto questa “commedia per liberarsi da un incubo”. La sua Arte, aggiunge, ha una “una servetta sveltissima e non per tanto nuova sempre del mestiere”. Questa Fantasia è “dispettosa e beffarda, se ha il gusto di vestir di nero”, ma non per esser seria. Si veste di nero “alla bizzarra”! Sappiamo dunque dallo stesso Pirandello che ci troviamo di fronte a una Commedia. Beffarda. Nera ma non seria. Bizzarra. Una specie di “incubo” non troppo serio. Questa bizzarra commedia nera è un’opera unica nella Storia del Teatro.
Ci sono opere, grandi opere, opere immortali e poi c’è Sei personaggi in cerca d’autore, l’opera teatrale che non ha paragoni. Unica nella concezione, nella struttura, nell’argomento. Sofocle, con l’Edipo Re, nel V secolo a.C. definisce il Teatro occidentale. Pirandello e i suoi Sei personaggi, nel 1921, sono responsabili del suo smontaggio definitivo: la trama e la narrazione improvvisamente non sono più l’oggetto principale del testo: i colpi di scena, i canonici nodi drammatici sono posti in secondo piano, messi da parte – sappiamo già qual è il destino di ognuno dei Sei personaggi fin dalle prime battute. L’intreccio è così ridotto al minimo e, con esso, sono dimenticate quasi tutte le strategie di scrittura che per secoli gli autori hanno impiegato per comporre un dramma≫.

01_TST_Comunicato stampa_SEI PERSONAGGI_cambio cast
02_Scheda a cura della Compagnia
03_Conversazione con Gabriele Lavia – Sei personaggi