TORINO, TEATRO CARIGNANO – 2 – 7 dicembre 2014
«Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal≫. Il nome, il conflitto tra forma e vita, la crisi identitaria che poi fu propria di tanti personaggi del Novecento sono già tutti lì, nell’incipit del primo grande successo letterario del drammaturgo di Girgenti, il romanzo che lo proiettò in una dimensione europea». Scritto nel 1904, Il fu Mattia Pascal liquida il canone verista, per raccontare l’angoscia esistenziale di un uomo ormai privo di verità assolute a cui appigliarsi, ma predisposto a smarrirsi in quell’universo interiore che di lì a poco verrà scoperchiato da Freud. Il tutto partendo da un espediente narrativo da romanzo d’appendice – la morte simulata del protagonista e la sua rinascita con un nuovo nome – che costruisce una trama fitta di colpi di scena. Tato Russo, ha scelto perciò la strada della linearità e della massima teatralità, asciugando il testo e trasformandolo in commedia, avendo come bussola la cifra dell’umorismo e lo stile del Pirandello drammaturgo. ≪Ho immaginato un gran luogo dei ricordi – scrive Tato Russo – uno spazio vuoto di memoria, una perenne evocazione di fantasmi, un sorgere di anime vaganti che man mano prendevano i colori dei personaggi≫. Personaggi diversi nelle due esistenze del protagonista, ma interpretati dagli stessi attori: perché non basta morire, per vivere un’altra vita…

01_Comunicato IL FU MATTIA PASCAL
02_Scheda a cura della Compagnia di Tato Russo