Cosa ha a che fare William Shakespeare con la musica rap? La risposta è nel pentametro giambico. Il verso tipico del Bardo di Stratford è infatti la chiave della musicalità della sua lingua, motore e ritmo delle storie che lo hanno reso immortale e universale. All’universalità della musica si affida dunque il Charioteer Theatre, gruppo scozzese fondato dalla regista Laura Pasetti, per avvicinare i più giovani al teatro di Shakespeare. Cinque attori, cinque personaggi, cinque monologhi: cinque indecisi che, per vigliaccheria, per amore o per convenienza, sono attanagliati dal dubbio ed esitano ad agire. A spronarli, le note di un rapper italiano, che reinterpreta Shakespeare “aiutando” gli attori a raccontarne le storie. Ciascun personaggio gioca così con il suo monologo, duettando al contempo con note e canzoni e sottolineando il ritmo dei versi. «Ascoltando la musica e immedesimandosi nella storia – scrive Laura Pasetti –, gli studenti incontreranno per la prima volta Shakespeare come se fosse un loro contemporaneo e impareranno ad apprezzarne la bellezza attraverso il suono, senza preoccuparsi della comprensione letterale e delle difficoltà del linguaggio arcaico».

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