Grande successo de L’avaro di Molière diretto e interpretato da Jurij Ferrini e prodotto dallo Stabile di Torino durante le recite in Cina al Wuzhenfestival.

L’attività che il Teatro Stabile di Torino svolge a livello internazionale ha avuto un ulteriore e notevole riconoscimento all’interno del prestigioso Wuzhenfestival, che si è svolto dal 15 al 24 ottobre scorso nella antica città, situata nella zona di Shangai. Wuzhen è solcata da suggestivi canali navigabili, con numerosi teatri di diverse dimensioni, modernissimi e antichi, al chiuso e all’aperto: è il contesto ideale per una manifestazione che ospita artisti provenienti da tutto il mondo, che si confrontano con spettatori straordinariamente giovani, specchio della dinamica realtà sociale e demografica dell’intera Asia.
Coltivando nuovi talenti per il teatro e rafforzando lo scambio culturale globale come le sue missioni principali, Wuzhenfestival svolge un prezioso contributo allo sviluppo e allo scambio delle principali produzioni teatrali e soprattutto mette in ulteriore relazione le più importanti realtà produttive contemporanee.

La manifestazione cinese si è attestata rapidamente come uno degli appuntamenti di maggiori richiamo nel panorama teatrale mondiale. L’edizione 2015, alla quale ha preso parte il Teatro Stabile di Torino con L’avaro di Molière diretto e interpretato da Jurij Ferrini, ha visto in scena spettacoli dello Schauspielhaus di Zurigo (il più importante teatro svizzero), il Teatro Taganka di Mosca (fondato dal leggendario Jurij Ljubimov), il Théâtre des Bouffes du Nord di Parigi (fondato da Peter Brook), il National Theatre of China di Pechino, il Thalia Theater di Amburgo (pari a quelli di Berlino e Monaco), il Teatro Nazionale della Lituania, e ancora compagnie e teatri provenienti da Polonia, Olanda, Francia, Brasile, Cina, Hong Kong, Taiwan. Un vero festival globale che, tra regie e laboratori, ha coinvolto artisti importantissimi come Peter Brook (presidente onorario del festival) e Thomas Ostermeier, Herbert Fritsch e Stan Lai, Meng Jinghui e Semyon Alexandrovsky, Jochem Stevenuiter e Antù Romero Nunes, oltre appunto a Jurij Ferrini.

La produzione del Teatro Stabile, già accolta con grande successo al debutto al Teatro Gobetti, è stata salutata da tre repliche che hanno registrato il tutto esaurito, con un pubblico che ha seguito con attenzione e trasporto le vicende del taccagno Arpagone, anche grazie ai sottotitoli curati con grande cura e attenzione dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, con il quale lo Stabile ha da tempo attivato una proficua collaborazione. Un importante attestato di stima, dunque, che non solo conferma il Teatro Nazionale di Torino come una delle realtà più attive e riconosciute a livello internazionale, ma che corona il buon lavoro del regista Ferrini, che ha saputo sfruttare un cast di giovani interpreti, in gran parte formatisi alla Scuola per attori del TST (Elena Aimone, Matteo Baiardi, Vittorio Camarota, Raffaele Musella, Gloria Restuccia, Angelo Tronca, Michele Schiano di Cola).

Ferrini si conferma ottimo esponente della migliore tradizione teatrale italiana: un successo per lo Stabile che sa valorizzare i propri talenti, un riconoscimento importante per la nostra istituzione che si dimostra competitiva in un contesto globale ed esporta il proprio brand e il nome della Città di Torino in tutto il mondo.

L’Avaro torna in scena al Teatro Gobetti dal 27 ottobre fino all’8 novembre.