Un padre, ex artista, malato di Alzheimer, una famiglia che si scopre cinica e disfunzionale. Paolo Civati scava nelle ataviche dinamiche genitori/figli, con un occhio acuto e divertito sulle fragilità di entrambi.

Dopo la morte della sua compagna, l’artista Eli Fleischer, il performer ultrasettantenne David De Andrea, non più autosufficiente e con chiari sintomi di Alzheimer, si ritrova in balia dei figli: Max, commercialista di successo, ed Eva, con velleità di creativa ma senza talento. Con la verve e il suo vissuto di successo, David è un padre narciso e pieno di contraddizioni: acido e divertente, geniale e patetico, insopportabile e irresistibile. Un vecchio molto difficile da gestire, specie da quando la malattia ha cominciato a manifestarsi. È questo lo scomodo protagonista di David del Teatro del Carretto, drammaturgia e regia di Paolo Civati, con Luigi Diberti, Valentina Fois e Tommaso Cardarelli. La pièce scava tra le pieghe di un famiglia che, nell’impaccio di trovare sistemazione all’anziano genitore non più autonomo, si scopre disfunzionale e fuori asse. E si ritrova obbligata ad «emanciparsi da se stessa», scrive Civati, e dalle proprie dinamiche nevrotiche. Tra il padre che avanza pretese altissime verso i figli, in virtù di un passato non indimenticabile, e i figli che colpevolizzano la famiglia per le proprie fragilità e debolezze, uno spaccato ironico e corrosivo di un nucleo parentale contemporaneo alle prese con una responsabilità tra le più pesanti quanto comuni: decidere cosa fare del genitore invalido. Un nucleo che si rivela disgregato e che nella difficoltà dà prova, sottolinea il drammaturgo, di una tragicomica goffaggine.


drammaturgia e regia Paolo Civati
con Luigi Diberti, Valentina Fois, Tommaso Cardarelli
assistente alla regia Flaminia Caroli
musiche originali Valerio Camporini Faggioni
scene Claudia Trapanà e Ermes Pancaldi
luci Fabio Giommarelli
Teatro del Carretto