Minetti è stato uno dei grandi protagonisti del teatro del Novecento, anche di quello di Bernhard,che per lui scrisse questa commedia.

«L’attore si accosta allo scrittore / e lo scrittore distrugge l’attore / esattamente come l’attore / distrugge lo scrittore / In ogni caso sfociamo nella follia»: in un mondo dove la realtà si ammanta di ipocrisia e finzione, il teatro diventa il luogo deputato di verità e sincerità che smascherano provocatoriamente la vita. Non è un caso quindi che l’austriaco Thomas Bernhard rifletta sulle contraddizioni del teatro (Il teatrante, messo in scena recentemente da Franco Branciaroli) o sulle figure legate alla scena del suo tempo, come il direttore Claus Peymann, protagonista di uno dei suoi lavori più famosi. In Minetti, allestito nel 1977 al Württmbergischer Staatstheater di Stoccarda con la regia di Peymann, Bernhard riassume l’intero repertorio di ossessioni che marchia la sua opera. L’attore è l’eroe del fallimento e dell’occasione mancata; è esemplare umano che si è assunto la missione più impervia e delicata: «ribaltare in un solo istante il senso della storia e la storia del senso». E quello di Lear è il ruolo mancato per antonomasia, da cui un attore come Minetti è sempre voluto fuggire. Herlitzka scioglie in un canto dolente la vis polemica che lo ha animato, contro il teatro, contro il pubblico, contro i registi, orgoglioso solo di essere un attore.


di Thomas Bernhard
traduzione Umberto Gandini
con Roberto Herlitzka
e con Pierluigi Corallo, Verdiana Costanzo, Matteo Francomano, Roberta Sferzi, Vincenzo Pasquariello
regia Roberto Andò
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Gianni Carluccio, Daniela Cernigliaro
suono Hubert Westkemper
Teatro Biondo Palermo

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