Cosa siamo disposti a fare per riparare qualcosa che si è rotto? In una casa che sembra una scatola da cui non si riesce a uscire, vediamo Abby e Stu, che tentano in tutti i modi di aggiustare una vita labile, che non si risolve mai, sempre piena di sbagli e recriminazioni. Il montaggio dello spettacolo non segue un tempo lineare, ma accavalla e modifica i ricordi. 11 pezzi di un’esistenza che supplica di essere messa in ordine, con una crudezza disarmante e un’ironia dissacrante. I due protagonisti passano attraverso ruoli lontani e rapporti crudeli, tanto che lo spettatore sarà costretto a chiedersi, e poi a scoprire, il vero motivo di questo continuo gioco al massacro, fino alla rivelazione finale che ribalterà la visione degli accadimenti. Uno strappo. Un tentativo e un desiderio folle di ricucire, di ricucirsi, di ricominciare. Uno squarcio che ci porta violentemente dentro le dinamiche più autentiche e feroci che si consumano all’interno della coppia. Dove inizia l’amore, finisce la libertà? Il testo dello scozzese Anthony Neilson ci ha permesso di entrare nella vita dei due protagonisti, e di poterla raccontare senza alcuna volontà di giudizio, seguendo i loro continui ridicoli e disperati tentativi di fissare qualcosa che continua a sfuggire. Qualcosa di per sé sbilenco, disordinato, di cui non riescono a trovare la soluzione per quanto ci provino. Il loro è un grande amore che, nonostante tutto, non si arrende, che li tiene sospesi tra ironia e tragedia, vertici di un pendolo che oscilla tra un sorriso e l’abisso, e non si ferma mai.

di Anthony Neilson
con Valentina Virando, Alessandro Federico
regia Alessandro Federico
luci Davide Rigodanza
Proprietà commutativa
in collaborazione
con Teatro Stabile Torino – Teatro nazionale


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