Disgraced di Ayad Akhtar, testo cult della drammaturgia internazionale, vincitore del Premio Pulitzer, è diretto dal regista austriaco Martin Kušej, nell’interpretazione dei premi Ubu Paolo Pierobon e Fausto Russo Alesi, insieme ad Anna Della Rosa e Astrid Meloni.

Una situation comedy che diventa un thriller, ma anche una commedia di costume con una venatura romantica, che prende il via da una domanda quasi banale: cos’è un nome e in quale modo esso contribuisce alla percezione che il mondo ha di noi? Atto unico allegro con brio, ambientato, nella versione originale, nella tormentata cornice dell’America post 11 settembre e tra le pieghe di una società segnata dalle discriminazioni e da un crescente razzismo, Disgraced esplora temi delicati come la libertà di parola, la correttezza politica, gli scontri interculturali, l’arrivismo ed il bisogno di sentirsi integrati. Il protagonista della vicenda è Amir, un avvocato di successo, intimamente combattuto tra le sue due identità: è nato in una famiglia musulmana ma è cresciuto e si è formato negli Stati Uniti. Al suo fianco c’è Emily, una sofisticata pittrice newyorchese, affascinata dalla cultura islamica. Tre sono gli eventi scatenanti che contribuiranno a far precipitare le cose in questa dorata bolla alto-borghese: un ritratto di Emily ad Amir, la richiesta di Abe, un giovane nipote, di intercedere in tribunale per un imam accusato di terrorismo, ed una cena con una coppia di amici, una giovane afroamericana ed un brillante mercante d’arte ebreo. Martin Kušej, attualmente alla direzione del Residenztheater di Monaco e futuro direttore del Burgtheater di Vienna, mette in scena per la prima volta una produzione del Teatro Stabile di Torino: con Strindberg, Goethe, Grabbe, Horváth, Nestroy e Büchner ha calcato le scene dei più importanti teatri europei e ampliato al contempo il suo vasto repertorio operistico. Ayad Akhtar nasce a New York nel 1970 in una famiglia musulmana, originaria del Pakistan, colta e di vedute liberali. Disgraced esplora l’ipocrisia latente anche nei rapporti delle classi sociali più colte e progressiste, rispecchiando l’esperienza dell’autore allo stesso tempo pakistano e americano, in un momento storico e politico di forti contraddizioni ed altrettante tensioni politiche e religiose.


di Ayad Akhtar
traduzione di Monica Capuani
regia Martin Kušej
con Paolo Pierobon, Anna Della Rosa, Fausto Russo Alesi,
Astrid Meloni, Elia Tapognani
scene Annette Murschetz
costumi Heide Kastler
musiche Michael Gumpinger
luci Fabrizio Bono, Daniele Colombatto
assistente alla drammaturgia Milena Massalongo
assistente alla regia Karla Traun
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
con il sostegno di Fondazione CRT