Uno dei testi chiave dell’opera del grande scrittore russo, che nella versione dei Marcido è la metafora dell’alternarsi di esaltazione e di disperazione, a cui l’uomo non può sottrarsi. Mentre il Teatro deve, almeno tendenzialmente, fare lo sforzo di sporgersi oltre se stesso tentando di mostrare quel che nella normale prassi delle scene resta celato. In scena Paolo Oricco.

«Senza questo specifico/speciale attore – scrive Marco Isidori – lo spettacolo da Dostoevskij non sarebbe stato concepibile; ha visto la luce del palco perché Paolo Oricco ha infuso completo sé medesimo nel progetto, resistendo all’ustione che da lì promanava, fino a diventare il vincitore di quel rodeo poetico nel quale abbiamo voluto principalmente consistesse quest’edizione Marcido delle Memorie del sottosuolo. L’allestimento scenografico della rappresentazione ha comportato la realizzazione pittorica di un’unica grande pala/sipario intitolata Trionfo della Morte. A questo proposito occorre parlare dell’invenzione artistica di Daniela Dal Cin come di una parte (organo) strettamente solidale al lavoro sia registico che interpretativo, anzi, si può azzardare l’ipotesi che si tratti della stretta filiazione di un medesimo pensiero, condotto con una pluralità di mezzi artistici diretti verso un comune risultato drammatico… Il disegno del sipario Trionfo della Morte (ispirato al quattrocentesco dipinto palermitano) ci presenta con la nettezza caricata della grafia potente della Dal Cin una “schermata” veritiera del contemporaneo girone a vuoto dell’infernale/attuale valzer del “comunicato”. L’allegoria ci restituisce con spietata grottesca terribilità, un’inquadratura impudica, ma purtroppo incontestabile, dell’insania totale che questo valzer della mala ciancia vaporizza per l’universo mondo disseccando la fonte della com-unione…» «Da quanto tempo i Marcido pensano ad una messa in scena di Dostoevskij! Forse, dall’esordio della Compagnia; infatti sempre i motivi del grande russo, attraversarono, e neanche troppo sotterraneamente, il nostro lavoro, come un basso continuo implacabile anche se abbastanza camuffato nelle sue manifestazioni sceniche da risultare illeggibile alla superficialità della cronaca…

LA SCHEDA DI SALA

da Fëdor Dostoevskij
adattamento drammaturgico di Marco Isidori
con Paolo Oricco
regia Marco Isidori
assistente alla regia Ottavia Della Porta
tecniche Sabina Abate
luci Fabio Bonfanti e Paolo Scaglia
scenario Trionfo della Morte di Daniela Dal Cin
Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa


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