UN APOCRIFO BRECHTIANO
Natalino Balasso firma un’irriverente drammaturgia apocrifa della Santa Giovanna dei macelli di Brecht. Sul palco tornano Mauler, Cridle, Slift, la spietata Graham, Puntila e Matti, scaraventati in un presente grottesco: nuovi linguaggi, nuovi scenari, ma sempre nel pantano di dominanza e sudditanza. Contro magnati famelici e soprusi si alza Giovanna Darko, guida di una comunità social-socialista. Immaginare Brecht oggi è impossibile, eppure i suoi spettri resistono: ingiustizie, finanza che stritola, algoritmi che si fingono neutri ma agiscono da padroni feroci. Le merci scorrono più libere degli esseri umani, il consumo è rito ossessivo, la povertà resta cronaca quotidiana. E le persone? Sempre più isolate, schiacciate da un universo commerciale-pubblicitario-social che sgretola i legami e produce soltanto un superuomo economico: macchina da soldi senza pensiero né arte. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, che, come scriveva Gramsci, “getta bombe nei cervelli”
