È difficile trovare nella drammaturgia italiana una storia più controversa di questa. L’incesto, l’unico vero tabù rimasto alla società contemporanea, brucia sotto la fitta maglia degli endecasillabi alfieriani e si rivela un demone che non può essere chiamato per nome. Il corpo dell’adolescente Mirra è la porta attraverso la quale la tragedia entra in una casa borghese, ma il segreto che contiene è una bomba posta al centro della famiglia tradizionale. Giovanni Ortoleva sceglie di misurarsi con la lingua di Alfieri, mettendola in dialogo con il pubblico contemporaneo. Il testo si sviluppa come un piano-sequenza teatrale, dove il non detto e il peso delle parole strutturano una lotta costante tra ciò che si vorrebbe dire e ciò che non si può dire. Un spettacolo che interroga la famiglia, il linguaggio e la natura del desiderio.

con Marco Cacciola, Monica Demuru, Marco Divsic,
Mariangela Granelli, Lorena Nacchia
regia Giovanni Ortoleva
scene Federico Biancalani
costumi Aurora Damanti
light designer Massimo Galardini
sound designer Pietro Guarracino
Teatro Metastasio di Prato, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale