Con Laika, Pueblo e Rumba, Ascanio Celestini ha dato vita ad un trittico, che racconta l’umanità più dolente, componendo una trilogia intensa e poetica sugli emarginati del nostro tempo: anime dimenticate, vite fragili e storie che si accendono nei non-luoghi delle periferie. Il parcheggio di un supermercato diventa palcoscenico universale, dove Dio, una prostituta, un barbone o un facchino africano incarnano un’umanità sofferente e luminosa, che Celestini riesce a far brillare nell’ombra, con voce profonda e ironica, scomoda e necessaria.
LAIKA
Ascanio Celestini porta in scena, in maniera grottesca e ironica, un povero cristo che vive in un appartamento di qualche periferia. Dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con lui c’è Pietro che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Se quel povero cristo fosse davvero Gesù non riuscirebbe a redimere l’umanità, ma potrebbe almeno guardarla per raccontarcela. E insieme raccontarci anche quale strada ha imboccato l’umanità e verso quale fine del mondo s’è messa in viaggio.