Il Teatro Stabile di Torino saluta con rimpianto il talento e il sorriso di Piero Nuti. Nato a Genova il 1° maggio 1928 da una famiglia della media borghesia, incontra precocemente il teatro, grazie al nonno melomane e alla madre, insieme alla quale scopre i grandi classici della prosa. Durante gli studi alla Facoltà di Economia e Commercio il professor Franco Della Corte lo spinge a entrare nella compagnia teatrale universitaria, in cui a quel tempo militarono Vito Molinari e Paolo Villaggio. Nel 1953 arriva a Torino, per un provino alla radio, dove lavorerà come speaker anche per la pubblicità: nella città conosce Franco Passatore, Ernesto Cortese, Diego Novelli, ai quali si lega non solo dal punto di vista artistico, ma anche nella militanza politica. Recita in numerose compagnie di giro (Aroldo Tieri, Franco Passatore, Alberto Ruffini, Gino Cervi, Dario Fo) e nel 1957 incontra una giovane attrice, Adriana Innocenti, destinata a diventare compagna di vita e di lavoro. L’artista torna a Torino nella stagione ’65-’66, chiamato da Franco Enriquez, e prende parte a diversi allestimenti prodotti dal Teatro Stabile: Storie di Re Mida (regia Giovanna Bruno e Gualtiero Rizzi); Se questo è un uomo (regia Gianfranco De Bosio); Piano regolatore (regia Roberto Lerici); La tragedia di Re Riccardo II (regia Gianfranco De Bosio). Con Maurizio Scaparro, Adriana Innocenti e Pino Micol fonda la Cooperativa Teatro Popolare di Roma, nata nel 1975 e attiva per quasi due decenni. Richiamato a Torino da Gian Mesturino, lavora a lungo allo stabile privato Torino Spettacoli, sempre in coppia con Adriana Innocenti. Sotto la direzione di Valter Malosti è docente alla Scuola per Attori del TST, dove nella stagione 2016/2017 prende parte a Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov (regia Malosti). Nel cinema ha lavorato con alcuni dei più importanti registi italiani: Damiano Damiani, Elio Petri, Carlo Lizzani. Piero Nuti ha recitato fino a pochi giorni prima di abbandonare per sempre la scena, lasciando nel pubblico il ricordo di un interprete intenso e garbato, come un gentleman d’altri tempi.