Al Teatro Gobetti di Torino, martedì 11 maggio 2021, alle ore 19.30, andrà in scena LA SIGNORINA FELICITA OVVERO LA FELICITÀ – Omaggio a Guido Gozzano, uno spettacolo di Lorena Senestro, per la regia di Massimo Betti Merlin, con Lorena Senestro e le musiche originali eseguite dal vivo da Andrea Gattico. Le luci sono di Francesco Dell’Elba, il progetto scenografico di Massimo Betti Merlin e Francesco Dell’Elba. Lo spettacolo, coprodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dal Teatro della Caduta, sarà replicato al Gobetti per la Stagione in abbonamento del TST, fino al 16 maggio.

Lo spettacolo è andato in scena la prima volta nel 2016, programmato nella stagione dello Stabile di Torino e in seguito più volte replicato sulla scena nazionale. Nelle vesti della signorina Felicita, Lorena Senestro propone una personalissima interpretazione del celebre “salottino in disuso” di Guido Gozzano, accompagnata al pianoforte da Andrea Gattico, che ricorda il pianista da tabarin torinese, con quell’ironia tipica e quel “senso buffo d’ovo e di gallina” che pervade le poesie di Gozzano. Felicita è appartenuta davvero alla biografia del poeta, ma con un nome diverso. Nello spettacolo la ritroviamo nel salotto della sua “casa centenaria”, imprigionata dai ricordi e anch’essa “in disuso”, sempre nubile, in compagnia del cucù e del mobilio che assumono, come fantasmi, proporzioni smisurate. Immobilizzata nel tempo sospeso dell’attesa, spera nel ritorno di Guido.

Ma Guido non tornerà più: stroncato a trentadue anni dalla tubercolosi, è vivo solo nei ricordi di giovinezza di Felicita. Una esistenza di provincia, spesa in compagnia del padre e ravvivata dall’emozione degli incontri con Guido, il “poeta vagabondo”, suo primo e forse unico innamorato.

Gozzano si presenta allo stesso tempo come scrittore e come personaggio, a metà strada, come aveva avuto modo di sottolineare Eugenio Montale, tra antico e nuovo, tra cultura romantico-verista e decadente, con le sue rime irripetibili in cui ritmo, suono, immagini, senso, si fondono mirabilmente, lasciando dietro di sé lo spettro di passeggiate e giardini, fondali torinesi, atmosfere e malinconie dettate dalla contemplazione del passato. La breve e malinconica trama della biografia di Guido Gozzano ha sempre agito sopra i lettori della sua opera poetica con una irresistibile forza di suggestione: esteta, dandy, incapace di vivere pienamente la vita – «il triste che cerca l’amore per il mondo, vizioso fanciullo viziato, sulle orme del piacere vagabondo».

Lorena Senestro lavora alla drammaturgia come Felicita con le camicie del padre: cuce pazientemente, con lavoro accurato, solo quegli estratti dei versi in grado di prendere vita sul palcoscenico, passati al vaglio della prova pratica dell’attore sulla scena. Un procedimento di scrittura scenica che accompagna il suo lavoro dagli esordi – prima con Leopardi e poi con Flaubert – una selezione di emergenze verbali utili non tanto a raccontare, quanto principalmente a mostrare e far rivivere direttamente allo spettatore l’esperienza del personaggio. Di Felicita in questo caso.

Comunicato stampa_La signorina Felicita

Note sullo spettacolo Senestro_Betti Merlin