Gianmaria Testa, oltre alla sua musica, ha lasciato un grande racconto dei nostri ultimi vent’anni, un viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane. Questo testo, che dà il titolo allo spettacolo, è interpretato da Giuseppe Cederna, diretto da Giorgio Gallione.

Da questa parte del mare è il libro della vita di Gianmaria Testa, arrivato in libreria postumo per Giulio Einaudi Editore con prefazione di Erri De Luca. È il racconto dei pensieri, delle storie, delle situazioni che hanno contribuito a dar vita ad ognuna delle canzoni dell’album omonimo, ed è un po’, anche, inevitabilmente, il racconto di Gianmaria stesso e delle sue radici. È il racconto dei grandi movimenti di popolo di questi anni, ma è anche il racconto delle radici e della loro importanza. Radici che non sono catene, ma sguardi lunghi. È il libro con cui Gianmaria si è congedato in pace, dopo una vita onesta e dritta. È un patrimonio di riflessioni umanissime, senza presunzioni di assolutezza. Un distillato di parole preziose che riesce a restituirci ancora e per sempre la sua voce. È uno sguardo lucido, durato più di 20 anni, sull’oggi. Una lingua poetica, affilata, tagliente, insieme burbera ed emozionata. Bellissima. Adesso questo libro diventa uno spettacolo teatrale vero e proprio e a portarlo in scena sarà Giuseppe Cederna che più volte ha condiviso il palcoscenico con Gianmaria e che con lui condivide ancora, soprattutto, una commossa visione del mondo. Giorgio Gallione, altro amico, cura la regia, traducendo in linguaggio, immagini e forma teatrali, parole pensate per la pagina scritta, ma dense di sonorità e musica. Da questa parte del mare è un viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane, ma anche sulle radici e sul senso dell’“umano”. Un piccolo e intensissimo libro più potente di mille chiacchiere. E così lo spettacolo, mescolando le parole di Testa a quelle di Marco Revelli e di Alessandra Ballerini, affronta il tema delle migrazioni moderne senza retorica e col solo sguardo sensato: raccontando storie di uomini e donne. Cederna sarà al contempo la voce di Testa, affiorante con lacerti accennati di canzone, ma anche quella scheggiata di coloro che non hanno voce, in un continuo campo e controcampo che ha quale elemento costante un mare che salva e insieme danna.


da Gianmaria Testa
con Giuseppe Cederna
regia Giorgio Gallione
elementi scenografici Lorenza Gioberti
luci Andrea Violato
un ringraziamento a Alessandra Ballerini e Marco Revelli per il loro contributo nella stesura del testo
Produzioni Fuorivia
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale