Martedì 8 giugno 2021, alle ore 20.45, alle Fonderie Limone di Moncalieri, va in scena in prima nazionale RISVEGLIO DI PRIMAVERA da Frank Wedekind, traduzione e adattamento di Gabriele Vacis, Davide Pascarella, Enrica Rebaudo, Gabriele Mattè, Erica Nava e della classe della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.

Gabriele Vacis dirige gli attori neodiplomati della Scuola del Teatro Stabile di Torino in una delle opere fondamentali nella storia del teatro contemporaneo: il testo più importante del drammaturgo tedesco racconta con un’intensità ancora oggi intatta la censura e l’oppressione che il mondo degli adulti proiettano sugli adolescenti.

A conclusione del triennio formativo i 21 giovani attori fanno il loro esordio da professionisti sulla scena: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Lucia Corna, Chiara Dello Iacovo, Lucrezia Forni, Sara Lughi, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Gabriele Matté, Eva Meskhi, Erica Nava, Cristina Parku, Davide Pascarella, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Kyara Russo, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà saranno infatti gli interpreti di questa nuova produzione dello Stabile.

Risveglio di primavera sarà replicato nella Sala Piccola delle Fonderie Limone fino a domenica 27 giugno 2021.

Scritto da Frank Wedekind tra il 1890 e il 1891 e messo in scena nel 1906 da Max Reinhardt al Deutsches Theater di Berlino, in una versione fortemente rimaneggiata dallo stesso autore, Risveglio di primavera ha mantenuto nel tempo le caratteristiche che ne hanno fatto un capolavoro del teatro moderno: la precisa disamina dei turbamenti adolescenziali, il lento e spesso imbarazzato affacciarsi alla vita adulta dei più giovani, l’incapacità di trovare un interlocutore adeguato, che permetta loro di esprimere pensieri e sentimenti. Ma anche l’incapacità degli adulti di porsi come interlocutori affidabili, il rifiuto degli adulti di confrontarsi con i ragazzi sul sesso, l’esercizio dell’autorità rozzo, prevaricatore e garante di un sistema di valori obsoleto.

La grande attualità di Risveglio di primavera, oltre alle storie dei suoi protagonisti, sta nel linguaggio, nell’esprimere senza mezzi termini angosce e desideri giovanili che sono eterni, così come la descrizione del goffo tentativo della società e della scuola di imporre un sistema di valori predefinito.

La centralità di Wedekind nella cultura contemporanea è testimoniata dal giudizio di Bertolt Brecht: «con Tolstoj e Strindberg fu uno dei grandi educatori dell’Europa nuova».

 

Note di regia di Gabriele Vacis

Questo spettacolo è anche il saggio di diploma dell’ultima classe di questa Scuola. È l’ultima classe in cui tutti gli allievi sono nati nell’altro millennio. Dal prossimo triennio ci saranno prevalentemente ragazzi nati dopo il 2000.

Nel Risveglio di primavera ci sono Moritz, Melchior, Wendla, Hänschen, Ilse, Martha, appena quattordici anni a testa. E intorno a loro, insieme a loro, c’è una generazione che non sa di essere persa. Come tutte le generazioni di adolescenti. Gli adulti sono muti, non hanno le parole per reggere il cambiamento che sta arrivando, e quando parlano non sanno cosa dire, e fanno guai. I ragazzi sentono il loro corpo cambiare, il risveglio del titolo anima i loro sogni e le loro paure, non ci sono maestri che possano insegnargli come si fa a sopravvivere. E così il sesso, lo stupro, l’aborto, l’omosessualità e il suicidio vanno a braccetto con i compiti di matematica, i nastri rosa da passare nelle camicie, i nontiscordardimè da cogliere al fiume. È una tragedia di ragazzi – come dice il sottotitolo – e in questa tragedia si riflettono tutti gli spettri di un Novecento che stava arrivando. Fino al nostro nuovo millennio che protrae all’infinito le adolescenze.

Quando Frank Wedekind ha scritto Risveglio di primavera, tra il 1890 e il 1891, avevano tredici anni Stalin, Albert Einstein, Robert Walser, Lev Trotsky, Paul Klee. Ma nei suoi personaggi tredicenni di allora – abbiamo scoperto – splendono gli stessi dolori dei tredicenni di oggi, i ragazzi nati nel 2008, che ascoltano Billie Eilish e XXXTentacion, che sanno cos’è una crisi economica perché ci sono nati dentro, che possono sapere le cose del mondo perché il mondo non finisce nel bosco fuori la loro città, perché quei confini non esistono più. Ma c’è chi continua ad erigere muri sempre più alti.

Com’è possibile che questa Germania di fine Ottocento sia così vicina a noi? Com’è possibile che Frank Wedekind abbia visto tra le maglie del tempo i suicidi dei ragazzi, l’educazione sentimentale ancora oggi inesistente, il dolore di chi “recita la parte di Barbablù”?

Con questo spettacolo cerchiamo di restituire lo stupore di questa scoperta. E, insieme, la vita che scorre in 21 attori giovanissimi, i sogni che ognuno di loro porta con sé, dopo tre anni di vita trascorsi insieme, dal mattino alla sera.

Questo Risveglio di primavera non nasce nel mese di creazione che ha preceduto il debutto dello spettacolo. E non nasce neanche nei mesi prima, quelli in cui abbiamo studiato il testo, lo abbiamo tradotto, riscritto, indagato. Nasce da tre anni di dolori, gioie, desideri, speranze, a volte esaudite a volte disilluse. Nasce da quei giorni di ottobre 2018 in cui 21 ragazzi si sono incontrati per la prima volta, in questa stessa sala dove oggi debuttano, decidendo che volevano provare insieme a essere attori. E così, insieme, danno alla luce questo spettacolo.

In tutti i sensi, visto che non ci sarà buio in sala.

Proviamo a guardarci negli occhi veramente.

Proviamo a portare in scena 21 corpi, 21 voci, un organismo vivente.

Proviamo a tornare vivi insieme, “lasciando tutto splendere”.

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