Ci ha lasciati Maurizio Scaparro, protagonista, insieme a grandi della scena come Giorgio Strehler, Gianfranco De Bosio, Luchino Visconti, della rinascita della regia teatrale in Italia nel Secondo Dopoguerra. Nato nel 1932 a Roma, all’attività come critico per testate giornalistiche come “L’Avanti” e alla fondazione della rivista “Teatro Nuovo”, Scaparro alterna la direzione artistica di prestigiose realtà teatrali, tra cui il Teatro Stabile di Bologna, il Teatro Stabile di Bolzano, il Teatro di Roma, il Teatro Eliseo, la Biennale Teatro, Il Teatro Olimpico di Vicenza. Nelle sue regia di prosa emerge nettamente una cifra stilistica e poetica che mette al centro della scena personaggi centrali scomodi perché sognatori, ma allo stesso tempo capaci di vivere l’utopia. Attento, da una parte, alle radici della Commedia dell’Arte, intese come impulso radiante del nostro teatro, così come alle tradizioni più ampie del Mediterraneo, Scaparro ha solcato decenni di vita culturale del nostro paese con perizia ed entusiasmo. Il suo debutto come regista risale al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1965 con La Venexiana. Al Teatro Stabile di Torino è stato molte volte presente in cartellone, da Lena di Ludovico Ariosto (Teatro Carignano, 2 marzo 1972) fino a Eleonora ultima notte a Pittsburgh di Ghigo de Chiara (Teatro Carignano, 21 maggio 2013), lavorando con i più grandi interpreti della scena (Renzo Giovampietro, Pino Micol, Valeria Moriconi, Giorgio Albertazzi, Glauco Mauri, Anna Marai Guarnieri).