Al Teatro Gobetti di Torino, sabato 29 e domenica 30 maggio 2021, alle ore 15.30 e alle ore 19.30, andrà in scena DALL’INFERNO ALL’INFINITO uno spettacolo di e con Monica Guerritore realizzato in occasione delle celebrazioni per il VII centenario della morte di Dante Alighieri.

I testi sono tratti da Dante Alighieri, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Patrizia Valduga, Gustave Flaubert, Victor Hugo, Giacomo Leopardi, Cesare Pavese. Musiche: Giya Kancheli, Alberto Iglesias, Ryūichi Sakamoto, Samuel Barber, Musica etnica indiana, Amália Rodrigues, Eleni Karaindrou, Craig Armstrong. Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia Orsini.

Un graditissimo ritorno quello di Monica Guerritore al Teatro Stabile di Torino dove è stata la protagonista di alcune memorabili produzioni, tra cui ricordiamo almeno lo Zio Vanja di Anton Cechov, per la regia di Mario Missiroli e Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, con la regia di Gabriele Lavia.

Monica Guerritore durante le 4 recite dello spettacolo programmato al Teatro Gobetti metterà a disposizione 2 biglietti sospesi per ogni recita per chi desidera venire a teatro, ma è in difficoltà. I biglietti saranno disponibili alla cassa del Teatro Gobetti a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Monica Guerritore ci conduce in un viaggio attraverso le parole di Dante e di Giacomo Leopardi verso quell’infinito, o quasi, che è la vita: testi apparentemente inconciliabili (oltre a Dante e Leopardi, Pasolini, Morante, Valduga, Flaubert, Hugo, Pavese) riflettono la discesa agli inferi e le possibilità di redenzione che sono proprie di ogni essere umano.

«Nella mia intenzione – dichiara Monica Guerritore -, il desiderio forte di sradicare parole, testi, versi altissimi dalla loro collocazione “conosciuta” per restituire loro un “senso” originario e potente, sicura che la forza delle parole di Dante, togliendole dal canto e dalla storia, ci avrebbe restituito un senso originario, ci avrebbe condotto all’interno delle zone più dense, oscure e magnifiche dell’animo umano. Sicura che, seguendo un percorso di incontro con le sue figure di riferimento (Virgilio, il suo super-Io, Beatrice/Francesca e gli aspetti del Femminile, il Caos dell’Inferno, Ugolino, il Padre) si sarebbe potuta avvicinare intimamente l’ispirazione originale di Dante nell’affrontare la Divina Commedia. Senza paura dei tagli e senza paura di proseguire quel racconto con parole e testi altissimi di altri autori, più vicini a noi, come Morante, Pasolini, Valduga. A noi solo il merito di “esserci” e “dire” e “ascoltare”. A voce alta… Col cuore e con la testa… E alla fine “e naufragar m’è dolce in questo mare (…) e quindi uscimmo a riveder le stelle”. Forse…».

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