Una favola barocca di solitudine e vecchiaia per celebrare la memoria dei defunti e la pienezza della vita attraverso l’ombra delle loro esistenze passate. Dopo il debutto assoluto al Teatro Grande di Pompei e la partecipazione al Festival di Avignone la scorsa estate, l’affermata autrice e regista siciliana Emma Dante approda al Teatro Stabile di Torino con PUPO DI ZUCCHERO (La festa dei morti), la sua ultima creazione in scena da martedì 9 novembre, alle 19.30, al Teatro Carignano. Liberamente tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, che già ispirò La scortecata nel 2017, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio alle prese con i propri ricordi, intento a preparare un tradizionale pupo di zucchero per la ricorrenza dei morti. La suggestione del dolcetto antropomorfo, simbolo di un’antica credenza radicata nel Sud Italia, ha il potere di evocare i fantasmi della sua famiglia. I cari richiamati dall’aldilà come visioni della vita che fu invadono il silenzio della sua casa buia e vuota. Un turbinio vivace e inebriante di gesti, musiche e voci che si spegnerà al riapparire di tutti i personaggi nelle loro vere sembianze: quelle orrende della morte, convitata muta ma ineluttabile, cui Cesare Inzerillo ha dato corpo con le sue dieci sculture simili alle mummie dei Cappuccini esposte nelle catacombe di Palermo.

Accanto a Carmine Maringola, abile cantastorie che maneggia con cura una lingua vivida come il napoletano ereditato dal Pentamerone secentesco di Basile, recitano Nancy Trabona, Maria Sgro e Federica Greco nel ruolo delle tre spigliate sorelle, Sandro Maria Campagna in quello dello spasimante spagnolo con movenze da matador, mentre Stephanie Taillandier è la madre marsigliese, Giuseppe Lino il padre disperso in mare, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout il tuttofare Pasqualino, e Martina Caracappa e Valter Sarzi Sartori gli zii che danno corpo a una danza passionale e violenta.

Coprodotto da Sud Costa Occidentale insieme a Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Scène National Châteauvallon-Liberté, ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur, Teatro Biondo di Palermo, La Criée Théâtre National de Marseille, Festival d’Avignon, Anthéa Antipolis Théâtre d’Antibes e Carnezzeria, Pupo di zucchero vede le luci di Cristian Zucaro e i costumi di Emma Dante. Lo spettacolo sarà replicato al Teatro Carignano per la Stagione in abbonamento del TST fino al 13 novembre.

«Il 2 novembre è il giorno dei morti. Un vecchio ‘nzenziglio e spetacchiato, rimasto solo in una casa vuota, prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa – afferma Emma Dante –. Con acqua, farina e zucchero il vecchio impasta l’esca pe li pesci de lo cielo: il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti richiama alla memoria la sua famiglia di morti. La casa si riempie di ricordi e di vita: mammina, una vecchia dal core tremmolante, il giovane padre disperso in mare, le sorelle Rosa, Primula e Viola tre ciuri c’addorano ‘e primmavera, Pedro dalla Spagna che si strugge d’amore per Viola, zio Antonio e zia Rita che s’abboffavano ‘e mazzate, Pasqualino tuttofare, e il cane Orazio… In Pupo di zucchero la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita. Ciò non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.»

Da oltre vent’anni alla guida della sua compagnia Sud Costa Occidentale, Emma Dante (1967) è diventata una delle artiste più apprezzate e premiate d’Europa grazie al suo inconfondibile linguaggio espressivo, che parte dalla classicità per sfociare nell’avanguardia. Pervasi da una sicilianità viscerale, degradata e violenta, i suoi spettacoli esplorano il tema della famiglia e dell’emarginazione sociale attraverso una poetica di tensione e follia che impasta corpi e lingua senza mai rinunciare a una punta di umorismo. Rappresentati sui più prestigiosi palcoscenici internazionali, fra i suoi lavori di maggiore successo si ricordano mPalermu (Premi Scenario 2001, Lo Straniero e Ubu 2002), Carnezzeria (Premio Ubu 2003), Vita mia (Premi Gassman e ANCT 2004), Medea (Golden Graal 2005), Cani di bancata (2007), Le sorelle Macaluso (Premi Ubu e Le Maschere del Teatro 2014), Odissea A/R (2016), Bestie di scena (2017), La scortecata (2017) e Misericordia (2021). Dentro il caleidoscopico orizzonte di Emma Dante c’è spazio anche per la regia d’opera con titoli quali Carmen di Bizet (2009), La muette de Portici di Auber (Premio Abbiati 2014), La Cenerentola di Rossini (2016), Macbeth di Verdi (2017) e L’angelo di fuoco di Prokof’ev (2019). Via Castellana Bandiera (2013), adattamento del suo primo romanzo (Premio Vittorini 2009), segna l’esordio di Emma Dante nella regia cinematografica. Le sorelle Macaluso, secondo film tratto dalla sua omonima pièce, si è aggiudicato cinque Nastri d’Argento nel 2021.

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