MARIO MARTONE DIRIGE GIUSEPPE BATTISTON E PAOLO PIEROBON INSIEME A UNA COMPAGNIA DI GRANDI INTERPRETI NELL’AVVINCENTE DRAMMA DI GEORG BÜCHNER: MORTE DI DANTON, TRADOTTO PER L’OCCASIONE DA ANITA RAJA

TORINO, TEATRO CARIGNANO
Lunedì 8 febbraio 2016, ore 19.30    | Anteprima
Martedì 9 febbraio 2016, ore 19.30   | Prima nazionale
Sabato 13 febbraio 2016, ore 19.30  | Serata riservata alla Critica

Al Teatro Carignano di Torino, lunedì 8 febbraio 2016, alle ore 19.30 in anteprima e martedì 9 febbraio 2016, alle ore 19.30, in prima nazionale, andrà in scena, con la regia e le scene di Mario Martone, lo spettacolo MORTE DI DANTON di Georg Büchner, nella nuova traduzione di Anita Raja (il testo sarà pubblicato da Einaudi nella sua Collezione di Teatro in occasione del debutto).
Gli interpreti sono (in ordine alfabetico): Giuseppe Battiston, Fausto Cabra, Giovanni Calcagno,  Michelangelo Dalisi, Roberto De Francesco, Francesco Di Leva, Pietro Faiella, Denis Fasolo, Gianluigi Fogacci, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Ernesto Mahieux, Carmine Paternoster, Irene Petris, Paolo Pierobon, Mario Pirrello, Alfonso Santagata, Massimiliano Speziani, Luciana Zazzera, Roberto Zibetti e con Matteo Baiardi, Vittorio Camarota, Christian Di Filippo, Claudia Gambino, Giusy Emanuela Iannone, Camilla Nigro, Gloria Restuccia, Marcello Spinetta, Beatrice Vecchione.
I costumi sono di Ursula Patzak, le luci di Pasquale Mari, il suono di Hubert Westkemper. Registi collaboratori Alfonso Santagata e Paola Rota, scenografo collaboratore Gianni Murru.
L’artista Ernesto Tatafiore ha realizzato il disegno originale, dal titolo “Danton”, per il manifesto dello spettacolo.
Morte di Danton, è una nuova produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e resterà in scena al Carignano fino a domenica 28 febbraio 2016.

L’anteprima dell’8 febbraio 2016 al Teatro Carignano è realizzata dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione e grazie al sostegno di Cariparma Crédit Agricole, Main Sponsor dello Stabile torinese.

Dopo Torino, lo spettacolo andrà in scena al Teatro Strehler di Milano dal 1° al 13 marzo 2016 e al Teatro Lac di Lugano (Svizzera) il 15 e il 16 marzo 2016.

Mario Martone, Direttore artistico del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, curerà la regia e le scene di Morte di Danton di Georg Büchner, un testo grandioso, con una compagnia di grandi interpreti, che raramente viene rappresentato in Italia. «Arrivo alla Morte di Danton – scrive Martone – dopo Noi credevamo, dopo le Operette Morali, dopo Il giovane favoloso: è questo lungo laboratorio, in gran parte torinese, sulla storia e sulla visione che della storia aveva Leopardi che costituisce oggi la mia via di accesso ai labirinti del testo di Büchner».

Lo storico testo di Büchner, nella nuova traduzione di Anita Raja, realizzata per l’occasione, sarà pubblicato, dalla Casa Editrice Einaudi. C’è molta attesa per il capolavoro di Georg Büchner in programma a febbraio, sia per il titolo di rara esecuzione e per il soggetto di forte e attuale valenza “politica”, sia per la nuova regia di Mario Martone con una trentina di attori in scena tra cui: Giuseppe Battiston (nel ruolo di Danton) e Paolo Pierobon (nel ruolo di Robespierre), insieme a Iaia Forte, Paolo Graziosi, Alfonso Santagata, Roberto De Francesco. Il testo si concentra sulla contrapposizione tra Danton e Robespierre, protagonisti della Rivoluzione Francese.

Nella prefazione al libro Einaudi, Mario Martone scrive: «Sotto l’apparenza del dramma storico Morte di Danton nasconde i nervi scoperti della condizione umana, così come sarà rivelata e rappresentata un secolo dopo, nel Novecento, con quella stessa incandescenza, la stessa disillusione, lo stesso urlo soffocato. Per Büchner, come per Leopardi, la Storia non è che una macchina celibe, anche se le ragioni per scatenare la rivoluzione sono sempre tutte vive e presenti. Quello che commuove, in Morte di Danton, è la fragilità: sembra un paradosso, trattandosi di vicende che raccontano i protagonisti di un tempo in cui si è sprigionata una forza di cui ancora oggi sentiamo la spinta. Eppure nessuno di quegli uomini ha potuto sottrarsi, oltre che alla ghigliottina, alla verifica della propria impossibilità di invertire la rotta assegnata (da Dio? dalla Natura? dal nulla?) agli esseri umani, nonché di porre rimedio all’ingiustizia che da sempre regna sovrana».

Nei soli ventiquattro anni in cui si consuma la sua appassionata e tormentata esistenza, Georg Büchner ci ha lasciato alcuni tra i testi più significativi del teatro moderno, come Woyzeck e Leonce e Lena. Scritto in sole cinque settimane tra il gennaio ed il febbraio del 1835 dal ventunenne scrittore e anatomista, in fuga dalle autorità dell’Assia dove era stato coinvolto in una rivolta, Morte di Danton (Dantons Tod) descrive l’atmosfera degli ultimi giorni del Terrore, la caduta di Georges Jacques Danton nel 1794 e l’antagonismo che lo contrappone a Maximilian Robespierre. Il testo si concentra proprio sulla contrapposizione tra i due protagonisti della Rivoluzione francese, compagni prima e avversari in seguito, entrambi destinati alla ghigliottina a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Danton non crede alla necessità del Terrore e difende una visione del mondo liberale e tollerante, anche se consapevole dei limiti dell’azione rivoluzionaria; Robespierre, invece, incarna la linea giacobina, stoica, intransigente e furiosa. La fatica di Danton, che si contrappone con lucida razionalità al fanatismo del suo rivale, altro non è che la sfiducia nella possibilità di trasformare il mondo, una visione che tuttavia non incrina la volontà di lotta e la coscienza di trovarsi dalla parte giusta della storia.
Capace di esercitare ancora oggi una potente attrazione, Büchner nutre il testo di temi particolarmente sensibili in quest’epoca di scontro culturale e religioso: la libertà di pensiero, la natura della rivoluzione, la violenza e il terrore, il determinismo e il materialismo.

 

01_comunicato stampa MORTE DI DANTON