Toni Servillo dirige e interpreta l’apologo del mestiere dell’attore, che svela parole, tecnica e rigore di un grande del teatro come Louis Jouvet: «Una messa in scena è una confessione», diceva l’artista francese, ed è proprio ad una confessione appassionante che queste lezioni ci fanno assistere.

Al Conservatoire d’Art Dramatique di Parigi, in sette incontri che si svolgono tra il 14 febbraio e il 21 settembre 1940, Louis Jouvet fa preparare a una giovane attrice, Claudia, l’ultima scena del personaggio di Elvira nel Don Giovanni di Molière. Lezioni, ma anche una forma di straordinaria iniziazione al lavoro sul palcoscenico, che viene interrotta dall’occupazione nazista di Parigi, un evento che modificherà le vite di tutti i protagonisti. Servillo muove su due piani la propria indagine, mettendo al servizio del testo e dello spettacolo la propria straordinaria carriera di interprete e di regista, facendo emergere la passione dell’artista francese per il teatro, animata da un rigore che tende alla poesia. La cura straordinaria messa nella stenografia riporta quasi cinematograficamente le sensazioni, le inquietudini, il silenzio o i movimenti dei presenti, rendendo partecipe ogni spettatore del segreto del teatro nel suo divenire. Brigitte Jaques ha tratto spunto dal saggio di Jouvet Molière et la comédie classique (Molière e la commedia classica) pubblicato da Gallimard nel 1965: il suo testo debutta al Théâtre National de Strasbourg nel 1986 e concentra la struttura drammaturgica su sette delle lezioni che l’artista francese fece stenografare tra il 1939 e il 1940. L’allieva di Jouvet si chiamava Paula Dehelly. Dopo il diploma, a causa delle origini ebraiche, la giovane interprete è costretta a lasciare le scene e abbandona Parigi, per tornare a lavorare in teatro e al cinema nel dopoguerra. Charlotte Delbo, la stenografa, poco tempo dopo le trascrizioni entra nelle Resistenza e sopravvive ad Auschwitz, facendo dell’esperienza con Jouvet e del ricordo delle battute di Molière una risposta attiva all’orrore. Uno spettacolo che contrappone la semplicità dell’impianto scenico alle molte letture possibili: Toni Servillo, applaudito interprete, dirige tre giovani attori (Petra Valentini, Francesco Marino, Davide Cirri) in questa celebrazione del teatro e della trasmissione del sapere tra le generazioni.


di Brigitte Jaques © Gallimard
da Molière e la commedia classica di Louis Jouvet
traduzione Giuseppe Montesano
con Toni Servillo, Petra Valentini, Francesco Marino, Davide Cirri
regia Toni Servillo
costumi Ortensia De Francesco
luci Pasquale Mari
suono Daghi Rondanini
Piccolo Teatro di Milano