Licia Lanera è tra i talenti teatrali del momento: fondatrice della compagnia Fibre Parallele, nel 2014 vince i premi Eleonora Duse e il Premio UBU come miglior attrice italiana under 35. Con gli attori neodiplomati della Scuola del Teatro Stabile di Torino mette in scena un testo di koltès, scrivendo: «in Roberto Zucco i cattivi e i buoni non esistono, esistono solo i disperati, che falliscono continuamente, per caso, per rabbia, per paura, e non riescono più a tornare indietro. Un’umanità straziata e straziante» che descrive la generazione di chi ha oggi vent’anni.

Quando ho saputo che avrei di nuovo lavorato con i ragazzi quest’anno, ho cercato un testo i cui protagonisti fossero giovani, ma che non fosse però una celebrazione della giovinezza, piuttosto il contrario. Qualcosa che parlasse delle inquietudini della giovinezza, degli errori, delle cadute e che si mettesse in connessione con quelle inquietudini, quella potenza e quell’energia incredibile che ho visto nei ragazzi l’anno scorso nel mio periodo di permanenza a scuola. Il mio approccio diretto, la mia età non troppo lontana dalla loro, la musica indie, sono un detonatore che ogni giorno fa esplodere la sala piccola delle Fonderie Limone, e mentre il loro cervello e la loro lingua si contorce, nei corpi è tutto un correre e sudare. I ventenni di oggi sono cresciuti nell’era in cui gli assassini sono celebrità. Agli inizi degli anni duemila, quando Vespa metteva le dita nel plastico della casa del delitto di Cogne, segnando l’inizio di quello che sarebbe stato il genere più seguito della tv degli anni a venire, loro avevano all’incirca sei anni. Il voyeurismo dell’orrore, questa pornografia in diretta Rai se la sono sorbita tutta. E con essa si sono presi tutto il perbenismo, l’ignoranza, il senso del giudizio, la spazzatura, quintali di spazzatura, la superficialità e l’inganno della favola che dice che il mondo si divide in buoni e cattivi. In Roberto Zucco i cattivi e i buoni non esistono, esistono solo i disperati, che falliscono continuamente, per caso, per rabbia, per paura, e sbagliano, sbagliano, sbagliano, e non riescono più a tornare indietro. Un’umanità straziata e straziante. Zucco è diviso tra la sua condizione di liquidità, egli si fa liquido trasparente, perde forma e consistenza, capace di passare attraverso sbarre fitte come un colabrodo e incapace di essere visto, ascoltato, amato; e la sua condizione statuaria e ferma di rinoceronte che non si ferma davanti a nessun ostacolo. E inevitabilmente diventa lo specchio di una generazione divisa e liquida, come diceva Bauman, che io definirei ancora meglio annacquata, come il vino che sa di poco. Piangono questi ragazzi di oggi, dalle guance sempre inzuppate aspirano ad essere rinoceronti e come i rinoceronti, ahimè soccombono sotto la rivoltella di questi bui tempi. E a noi insegnanti tocca imbracciare il fucile e giocare a fare i ranger per proteggerli. Koltès, in un’atmosfera sinistra, in un’aria infernale, fa sfilare soggetti disperati mettendogli in bocca una lingua caleidoscopica, frammentata come la trama stessa. La poesia dà il fianco alla bestemmia, lo slang alla prosa. Il tempo e il luogo cambiano continuamente. Saltano le regole di giusto o sbagliato, anzi il gioco è proprio questo: sovvertirle. Ed ecco il senso di questa messa in scena: questi allievi hanno imparato per tre anni le regole del gioco. Adesso che sono diventati attori è arrivato il momento di sovvertirle, perché ogni regola, si sa, nella vita dei grandi, rischia di saltare.

Licia Lanera


di Bernard-Marie Koltès
con gli attori diplomati della Scuola del Teatro Stabile di Torino
Nicholas Andreoli, Noemi Apuzzo, Federica Dordei, Anna Gamba, Alfonso Genova , Jozef Gjura, Noemi Grasso, Riccardo Livermore, Giulia Mazzarino, Riccar do Micheletti, Riccardo Niceforo, Giulia Odetto, Benedetta Parisi, Pierpaolo Preziuso, Federica Quartana, Elvira Scorza, Valentina Spaletta Tavella , Andrea Triaca
regia Licia Lanera
luci Vincent Longuemare
assistente regia Danilo Giuva
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi Torino Creazione Contemporanea