Premi Ubu per il teatro 2014 – I vincitori

Si è svolta a Milano – con la conduzione di Francesca Mazza e Marco Cavalcoli – la premiazione della trentasettesima edizione dei Premi Ubu, curata dall’Associazione Ubu per Franco Quadri (www.ubuperfq.it).
Consegnati nello storico Piccolo Teatro “Paolo Grassi” di via Rovello davanti a una platea affollata di artisti, critici e appassionati del teatro, i 13 riconoscimenti sono stati decretati dai voti di una giuria di 53 referendari (elencati in fondo). I premi abbracciano tutti i ruoli del teatro, dalla regia agli attori e attrici, dalla scenografia alla drammaturgia italiana e straniera, per culminare con lo spettacolo dell’anno, senza dimenticare i “premi speciali”, destinati a segnalare realtà con contemplate dalle categorie canoniche. Il Premio Ubu per il teatro – l’unico realizzato in forma di referendum – è storicamente un riconoscimento dallo sguardo lungo, che cerca di individuare non solo il meglio che c’è, ma quello che verrà, aprendo alle nuove prospettive. A partire da questa consapevolezza è stato avviato dall’Associazione Ubu per Franco Quadri un processo di rinnovamento per rispondere all’esigenza di comprendere con maggiore capillarità l’evoluzione del linguaggio scenico, cercando di sollecitare nei votanti uno sguardo a tutto tondo tra le espressioni contemporanee: oltre alla modifica di alcune definizioni e all’eliminazione di alcune categorie (ovvero quelle di “Miglior attore e attrice non protagonista”) è stato operato l’inserimento delle nuove voci “Miglior progetto artistico o organizzativo” e “Miglior progetto sonoro o musiche originali”.

Il Premio Franco Quadri a Frie Leysen

La cerimonia ha anche ospitato la prima edizione del Premio Franco Quadri, indetto dall’Associazione Ubu per Franco Quadri. Il riconoscimento – destinato a un maestro o a una promessa della creazione contemporanea, della critica e della produzione non solo teatrale – va oltre le consuete categorie di genere, è caratterizzato da un respiro transnazionale ed è teso a indicare percorsi che nutrono le arti in un costante processo di rigenerazione tra passato e futuro, messo in atto dai diversi angoli della scena. Il primo Premio Franco Quadri è andato a Frie Leysen con la seguente motivazione: “Fondatrice e direttrice artistica di De Singel ad Anversa e poi del Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, ha condotto anche il festival pan arabo Meeting Points, il tedesco Theater der Welt e il Wiener Festwochen arricchendo il proprio ruolo di una speciale qualità nella relazione con gli artisti, in cui si pone senza schermi o mediazioni, paladina del valore politico insito nella verticalità teatrale. Spericolata nel percorrere paesaggi inesplorati, è capace di intercettare le onde creative al di là delle barriere linguistiche o geopolitiche. Libertà e rigore attingono alla medesima fonte nel suo tracciare orizzonti trasversali che nutrono e irradiano la scena, che la interrogano e la offrono alla condivisione pubblica: cammino di ombra e luce in cui Frie Leysen indica e mantiene salda la ricerca di un fulcro vitale e perturbante, in una messa in gioco di sé totale. Il premio Franco Quadri coglie in questo suo operato ‘dietro le quinte’ la grammatica di un vero e proprio atto d’arte”. A Frie Leysen è stata consegnata un’opera del giovane artista visivo Sergio Policicchio, che, a partire da un ritratto fotografico del volto di Franco Quadri, stampato su legno, ne esalta l’irradiazione dello sguardo e le traiettorie plurali attraverso un raffinato taglio di pietre da mosaico. Nell’arco della serata sono state anche ospitate la menzione del Premio Alinovi-Daolio – dedicato a un artista delle arti visive che si distingua per la commistione dei linguaggi e assegnato a Nanni Balestrini – e la consegna del Premio Rete Critica, riconoscimento teatrale assegnato dalle testate di critica online – giunto alla quarta edizione – che ha proclamato vincitori CollettivO CineticO (come migliore compagnia), Archivio Zeta (per la migliore progettualità) e Volterra Teatro (per la migliore strategia di comunicazione virale).

Gli Ubu 2014

A trionfare come “Migliore spettacolo dell’anno”, e come “Miglior regia”, è stato il lavoro corale Le sorelle Macaluso scritto e diretto da Emma Dante, che, ritirando il premio, ha ricordato il gruppo di attori e attrici che ne costituiscono l’anima (all’artista erano andati in precedenza due Ubu nella categoria “Migliore novità italiana”, nel 2002 per mPalermu e nel 2003 per Carnezzeria). Tra le novità degli Ubu 2014, il premio al “Miglior progetto artistico o organizzativo”, vinto da e la volpe disse al corvo. Corso di linguistica generale. Il Teatro di Romeo Castellucci nella città di Bologna (realizzato da Comune di Bologna e Socìetas Raffaello Sanzio) curato da Piersandra Di Matteo e frutto di una politica culturale particolarmente illuminata, condotta nella città emiliana da un amministratore sui generis, Alberto Ronchi, che ha ritirato il premio insieme alla curatrice. L’altra nuova categoria inserita negli Ubu, ovvero quella di “Miglior progetto sonoro o musiche originali” ha rivelato il giovane G.u.p. Alcaro per i live electronics di Quartett, diretto da Valter Malosti. Di ultima generazione, e tutti molto emozionati nel ritirare l’ambito riconoscimento, anche i protagonisti della categoria “Miglior attore o performer” e “Miglior attrice o performer”, che sono rispettivamente: Roberto Latini per Il servitore di due padroni diretto da Antonio Latella e Arianna Scommegna per Il ritorno a casa diretto da Peter Stein. Alla pugliese Licia Lanera (fondatrice del gruppo Fibre Parallele e recentemente vista in Celestina, per la regia di Luca Ronconi) è andato il premio “Miglior attrice under 35”.
Due i “Premi Speciali”, attribuiti, in chiave di riconoscimento alla carriera, a realtà artistiche particolari: alla Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli “per la sua lunga e prestigiosa storia, fedele ai valori della tradizione e capace di rigenerarsi e di incantare generazioni diverse con soluzioni sceniche sempre improntate ad alta qualità artistica” e a Michele Sambin e il Tam Teatromusica “per l’incessante attività di ricerca tesa a coniugare impegno di interazione sociale e intreccio delle arti in un reciproco scambio di valori ed esperienze”. Lo sguardo internazionale degli Ubu ha rivelato quest’anno un carattere europeo investendo il britannico Peter Morgan per Frost/Nixon come “Miglior novità straniera” rappresentata per la prima volta in Italia e lo svizzero Christoph Marthaler – che trionfa per la terza volta agli Ubu nella categoria “Miglior spettacolo straniero rappresentato in Italia” – per Glaube Liebe Hoffnung di Ödön von Horváth.
Si è aggiudicato il premio come “Migliore novità italiana o ricerca drammaturgica” il lavoro di Daria De Florian e Antonio Tagliarini Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni – che muove la scrittura drammaturgica verso nuove inesplorate dimensioni – e il “Miglior allestimento scenico” è andato a una delle più singolari, visionarie e preziose realtà teatrali italiane, ovvero ad Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni e Armando Punzo per Santo Genet Commediante e Martire della Compagnia della Fortezza.