Martedì 1 giugno 2021, alle ore 19.30, il Teatro Carignano andrà in scena LA VITA DAVANTI A SÉ tratto dal testo La vie devant soi di Romain Gary (Èmile Ajar) ridotto e diretto da Silvio Orlando. Lo spettacolo è interpretato dallo stesso Silvio Orlando, con i musicisti diretti da Simone Campa: Cheikh Fall (kora, djembe), Roby Avena (fisarmonica), Gianni Denitto (clarinetto, sax), Simone Campa (chitarra battente). Le scene sono di Roberto Crea, il disegno luci di Valerio Peroni, costumi Anita Medici, assistente alla regia Maria Laura Rondanini.

Lo spettacolo, prodotto da Cardellino srl, sarà replicato al Carignano, per la Stagione del Teatro Stabile di Torino, fino a domenica 13 giugno.

Momò, dieci anni e molta vita davanti, vive a pensione da Madame Rosa, ex prostituta ebrea che aiuta le colleghe più giovani, prendendosi cura dei loro scalmanati “incidenti sul lavoro”. Fa da sfondo il multietnico quartiere parigino di Belleville, tra spazzini mangiafuoco e transessuali campioni di boxe, ruffiani cardiopatici e traslocatori di anziani moribondi. Silvio Orlando e i musicisti diretti da Simone Campa, danno vita al più bel romanzo di Romain Gary, eroe di guerra, diplomatico, cineasta francese.

 

Scheda a cura della compagnia

Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo commovente e ancora attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. Un autentico capolavoro “per tutti” dove la commozione e il divertimento si inseguono senza respiro. Inutile dire che il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema dei temi contemporaneo la convivenza tra culture religioni e stili di vita diversi. Il mondo ci appare improvvisamente piccolo claustrofobico in deficit di ossigeno. I flussi migratori si innestano su una crisi economica che soprattutto in Europa sembra diventata strutturale creando nuove e antiche paure soprattutto nei ceti popolari, i meno garantiti. Se questo è il quadro quale funzione può e deve avere il teatro. Non certo indicare vie e soluzioni che ad oggi nessuno è in grado di fornire, ma una volta di più raccontare storie emozionanti commoventi divertenti, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante. Raccontare la storia di Momo’ e Madame Rosa nel loro disperato abbraccio contro tutto e tutti è necessario e utile. Le ultime parole del romanzo di Gary dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: BISOGNA VOLER BENE.

CS LA VITA DAVANTI A SE’_Silvio Orlando