Al Teatro Gobetti di Torino martedì 29 ottobre 2019, alle ore 19.30, debutta in prima nazionale Sotto lo sguardo delle mosche di Michel Marc Bouchard, con la traduzione di Valentina Aicardi e la regia di Simone Schinocca. Lo spettacolo sarà interpretato da Valentina Aicardi, Francesca Cassottana, Elio D’Alessandro, Antonella Delli Gatti, Andrea Fazzari, Fabio Marchisio. La scenografia è di Sara Brigatti, i costumi di Agostino Porchietto e le composizioni originali di Elio D’Alessandro.
Sotto lo sguardo delle mosche – prodotto da Tedacà in collaborazione con il Teatro Libero di Palermo – sarà replicato al Gobetti, per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, fino a domenica 3 novembre.

Incontro di approfondimento sullo spettacolo Sotto lo sguardo delle mosche
Mercoledì 30 ottobre 2019 – ore 18.00
presso l’Alliance Française di Torino (via Saluzzo, 60)
l’autore Michel Marc Bouchard, il regista Simone Schinocca e gli attori dello spettacolo dialogano con Sergio Ariotti

L’acclamato drammaturgo canadese Michel Marc Bouchard racconta rancori e sopraffazioni in una famiglia che alleva maiali. Fascino per la morte e desiderio di sopravvivenza, con la noia di sfondo, per una pièce contemporanea a tinte forti, per la regia di Simone Schinocca.

Autore di Tom à la ferme, da cui Xavier Dolan ha tratto il film omonimo presentato nel 2013 alla Mostra di Venezia, Michel Marc Bouchard è un noto e acclamato drammaturgo e sceneggiatore canadese capace di creare piccole storie “locali” che hanno il respiro dell’universalità.
Sotto lo sguardo delle mosche è il ritratto di una famiglia senza passato nella quale «il fascino per la morte e il desiderio di sopravvivenza hanno come sfondo la noia». La vicenda ruota attorno a una grande, decadente tenuta di campagna, isolata dal mondo e abitata da muti servitori; una fattoria dove si allevano 14.000 maiali. Gestiscono l’attività Vincent e il cugino controllati da una madre apprensiva.
Tutto va bene finché Vincent incontra la bella Docile e, dopo il colpo di fulmine e una breve fuga d’amore, annuncia precipitosamente di voler lasciare la fattoria per sposarla. Il rito della presentazione della fidanzata in casa fa riaccendere antiche dinamiche familiari, fatte di rancore e sopraffazione.

«I testi di Michel Bouchard – dichiara il regista Simone Schinocca – sono poetici e taglienti, ma non lasciano alcuno spiraglio a una dimensione di speranza. Proprio in questa alienazione della speranza, così lontana dal mio modo di vivere e analizzare la fatica umana, trovo un punto di incontro, proprio perché dal racconto di una narrazione senza via d’uscita può scattare il desiderio più profondo di cercare nella propria esistenza una possibile ancora di salvezza.
I personaggi di Sotto lo sguardo delle mosche sono prigionieri del tempo, dei luoghi e delle loro relazioni, il testo non sembra descrivere per loro una via d’uscita».

 

 

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