La pièce di William Goldman, dal romanzo di Stephen King, con Arianna Scommegna, Filippo Dini e Carlo Orlando. Nella situazione orrorifica dello scrittore prigioniero di una sua lettrice folle ritorna, come in Sherazad, il diabolico “racconta o muori”.

Uno dei capolavori dello scrittore più famoso al mondo, Misery è l’adattamento che William Goldman ha tratto dal film di Rob Reiner, di cui firmò la sceneggiatura, a sua volta ispirato al romanzo di Stephen King. Una storia di orrore, claustrofobia e follia: un romanziere di successo incarcerato da una lettrice pazza che si rifiuta di accettare la morte del suo personaggio preferito, l’eroina ottocentesca Misery. Un horror psicologico sul tema dei demoni che circondano la creazione letteraria, diventato un cult del cinema con Kathy Bates nel ruolo dell’infermiera psicopatica Annie Wilkes (che le valse l’Oscar) e James Caan in quello dello scrittore Paul Sheldon. Protagonisti della versione per il palcoscenico sono Arianna Scommegna e Filippo Dini, che cura anche la regia.
Annie, l’infermiera/carceriera/torturatrice si nutre di pagine scritte e non si ferma davanti a niente pur di salvare il suo personaggio del cuore. Rappresenta l’attrazione, la fascinazione che ogni essere umano sente verso le storie, e verso chi le racconta. «Tra tutti gli scrittori che animano le creazioni di King – spiega Dini – Paul Sheldon è il più forte, il più disperato. Prigioniero del suo talento e della sua vocazione, scopre se stesso nel viaggio all’inferno in compagnia di Annie». Lei, feroce, sadica, implacabile, incarna a modo suo il tema cardine di King: la magia e l’amore. «Annie non è folle – chiosa Dini – Annie ama alla follia. Annie è l’esasperazione del desiderio e dell’amore per l’arte. E Misery è una grande opera sul potere magico della narrazione».


di William Goldman
tratto dal romanzo di Stephen King
traduzione Francesco Bianchi
con Arianna Scommegna, Filippo Dini, Carlo Orlando
regia Filippo Dini
scene e costumi Laura Benzi
luci Pasquale Mari
musiche Arturo Annecchino
assistente alla regia Carlo Orlando
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Fondazione Teatro Due
Teatro Nazionale di Genova