Il lutto sicuramente è uno dei momenti più impegnativi che l’essere umano attraversa, che sia inteso come il dolore per la scomparsa di qualcuno o come motivo di angoscioso tormento, così come descritto dalla letteratura. Che sia interpretato in un modo o nell’altro, il modello di elaborazione del lutto più noto in psicologia prevede cinque fasi: negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione.

Ma perché il gruppo guidato da Olivia Manescalchi è arrivato a parlare dell’elaborazione del lutto? In questa seconda settimana gli argonauti hanno iniziato la stesura del copione delle cinque puntate che comporranno il loro Podcast originale. In un viaggio che da Siracusa arriverà a Torino, saranno tante le storie che si mescoleranno tra loro, guidate dalla struttura narrativa dell’elaborazione del lutto. Sarà un crescendo di situazioni, incontri, personaggi, un vero e proprio viaggio di formazione.

Gli argonauti si sono anche confrontati con un gruppo di ascolto over sessantacinque, a cui hanno raccontato la storia e proposto una lettura del copione: questo primo ascolto ha lasciato la pelle d’oca a qualcuno, ad altri spunti di riflessione che hanno poi condiviso, e a tutti è sicuramente piaciuto vedere come gli attori siano stati capaci di portare in scena in pochi minuti un’anteprima di un vero e proprio spettacolo audio.

Nel maggio 1993, Antonio Neiwiller scriveva L’altro sguardo: per un teatro clandestino, versi dedicati a Tadeusz Kantor:

“(…) E se a qualcuno verrà in mente,
un giorno, di fare la mappa
di questo itinerario,
di ripercorrere i luoghi,
di esaminare le tracce,
mi auguro che sarà solo
per trovare un nuovo inizio.
È tempo che l’arte
trovi altre forme
per comunicare in un universo
in cui tutto è comunicazione.”

In questo breve ma intenso viaggio online, parole di questo tipo sono state capaci di sintetizzare il punto di partenza e il punto in divenire. Perché il Podcast del Gruppo Zero non sarà solo un viaggio di tanti protagonisti per la nostra Italia, ma sarà un modo per raccontare un nuovo teatro, più aperto e inclusivo, divertente, rilevante, capace di trovare un nuovo inizio.

illustrazione Barbara Cantino


[illustrazione Barbara Candino]