Nella seconda mattina di Argo, il gruppo Centimorgan (cM) lavora sulle radici, sulle matrici famigliari e motivazionali, sulla propria vocazione. Riflessioni apparentemente semplici, lineari, ma che nello scambio delle testimonianze e dei ricordi si trasformano in un percorso comune, che nasce dal senso di famiglia, dal calore che una comunità genera. Coro, famiglia, società sono in fondo una metafora del teatro come tentativo di trovare un ordine nel caos, di dare risposta a domande, di sentirsi un po’ meno soli. Il desiderio di diventare attore può nascondersi nella richiesta di tenere il presepe allestito per molte settimane dopo la fine del Natale, nell’eco degli spettacoli preparati con le amiche, nell’accompagnare la propria madre al lavoro con un pacco di dischi, nella potenza di un film di Scorsese, nello stupore di venire accolti in una Scuola per Attori, nel trasformare in pratica scenica quanto si è imparato in un’aula accademica, nel confronto fertile con un grande maestro di Storia del Teatro come Gian Renzo Morteo «Il teatro è labile e diverso da tutte le altre arti… Trasforma un gruppo di persone in pubblico»…

Ci si lascia con una consegna per domani: immagini, spunti iconografici, eroi e maestri che hanno accompagnato nel tempo e nella professione. E domani c’è il primo incontro con l’esperto.

(I. G.)