Al gruppo Parabasi è stato richiesto di elaborare una chiamata collettiva, un messaggio alla nazione intesa come comunità. La durata di novanta secondi ha aperto nuove sfide di brevità, incisività ma soprattutto la possibilità di confrontarsi per trovare il significato profondo di cosa comunicare al target deciso.  La forma è ancora incerta ma il contenuto del messaggio si è delineato in questa seconda settimana di lavoro. Le penne migliori del gruppo hanno elaborato in privato una bozza di messaggio, e insieme hanno poi sfruttato le mattinate su Zoom per cercare di fare un piccolo puzzle tra le parti più avvincenti, in modo da creare un manifesto che racchiuda un po’ tutti gli sguardi di questi argonauti.

Il discorso toccherà così tre grandi temi:

  • Pandemia, pan demos, “ciò che interessa tutti gli esseri umani”. In questa emergenza è tempo di agire, di essere coraggiosi. È il nostro presente ma dobbiamo pensare anche al nostro futuro;
  • Il teatro è un rito collettivo, è una comunità, un reattore di energia umana. L’arte dal vivo è uno stimolo alla bellezza, al pensiero, all’arricchimento del linguaggio, prospettive e visioni;
  • Si può lanciare un invito a un’azione concreta da fare insieme?

Ruolo cruciale di questo messaggio sarà il ritmo scelto. Proprio per questo Parabasi si è lasciato influenzare da grandi artisti come Bill Withers con Grandma’s Hands, in cui ad ogni strofa della canzone vengono introdotti nuovi elementi per dare movimento, o Sam Cook in A change is gonna come, dove avviene un vero e proprio cambio di registro all’interno del messaggio o ancora Ani Difranco con Self Evident. Ma sono stati analizzati anche discorsi magistralmente scritti e interpretati, come quello di Stevie Wonder davanti al National Mall o di John Legend e Common al ritiro dell’Oscar.

Tante domande sono affiorate nella testa degli argonauti: che cosa proviamo in questo momento? Cosa immaginiamo per il nostro futuro? Da cosa vogliamo essere contagiati? E proprio questi quesiti sono lo spunto di partenza per un messaggio che sarà come un sussurro, un segreto. Sarà virale e si propagherà nell’aria. Vorrà scuotere. Vorrà avere l’ambizione di cambiare almeno un’azione di chi lo guarderà. Vorrà semplificare un pensiero complesso per renderlo universale. Suggerirà qualcosa di prezioso e non resta che aspettare e ascoltarlo.

Barbara Cantino [testo + illustrazione]