In occasione degli European Master Games, il 26 e il 27 luglio andrà in scena al Teatro Carignano FAUSTO COPPI – L’AFFOLLATA SOLITUDINE DEL CAMPIONEA cent’anni dalla nascita, Coppi rimane leggenda ma anche simbolo della storia del nostro Paese: una forza simbolica che esprime il profondo legame del territorio con il ciclismo, ieri come oggi. Gian Luca Favetto, Michele Maccagno e Fabio Barovero celebrano il grande sportivo in parole e musica, un racconto a più voci che si apre alle pagine di Buzzati, Pratolini, Malaparte, ammiratori e testimoni delle imprese del Campionissimo.

Con Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione, progetto di Gian Luca Favetto, il Teatro Stabile di Torino e la Fondazione Circolo dei Lettori portano in scena un recital di parole e musica che vuole ricordare una delle più grandi figure del ciclismo mondiale.  «La storia di un uomo dentro la storia – scrive Gian Luca Favetto – di un campione, di una persona gentile e riservata diventata già in vita, al di là delle intenzioni, una leggenda. Un uomo sempre in fuga che riassu¬me in sé la storia di quel lembo di Piemonte sud orientale che lo ha forgiato, di cui portava in giro per il mondo silenzi, tenacia, fatiche, asprezze e dolcezze. Un recital di parole e musica che vuole restituire al tempo presente la figura di Fausto Coppi. Non un ricordo, ma un racconto che si avvale anche delle pagine di chi ha ammirato e cantato le sue imprese, da Dino Buzzati a Vasco Pratolini, da Orio e Guido Vergani a Curzio Mala¬parte.
Un racconto di vittorie e tragedie, di cadute e trionfi che mette in fila le prime pedalate come garzone di macelle¬ria e la prima corsa, la prima vittoria al Giro d’Italia e la prima doppietta Giro d’Italia-Tour de France, la fuga più lunga e i grandi distacchi con cui arrivavano al traguardo gli avversari. E poi il rapporto inscindibile con Gino Bartali. E l’Italia di quegli anni. E il suo essere tutt’uno con la bicicletta, come Paganini era tutt’uno con il suo violino. E naturalmente l’amore. E naturalmente la morte, che consegna al mito questo uomo solo in fuga, con la mag¬lia biancoceleste addosso: il suo nome è Fausto Coppi».


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