PER ANNI DIRETTORE DEL TEATRO STABILE DI TORINO

La Fondazione del Teatro Stabile di Torino nel giorno della scomparsa di NUCCIO MESSINA partecipa al doloroso lutto che colpisce la moglie Piera Cravignani, la famiglia intera e il mondo del teatro per la perdita di uno dei suoi protagonisti, ricordando le sue grandi doti di organizzatore e impresario che lo hanno reso una delle figure rilevanti dello spettacolo italiano.
Nuccio Messina (nato a Torino l’11 dicembre 1929) partecipò alla fondazione del Teatro Stabile di Torino nel 1955 come braccio destro del primo direttore Nico Pepe. In seguito prese parte all’avventura del Teatro Popolare Italiano di Vittorio Gassman al fianco del grande impresario torinese Giuseppe Erba. Per le celebrazioni del centenario di Italia61 fece parte della commissione che allestì uno straordinario programma di spettacoli internazionali.
Tornato allo Stabile di Torino nel 1964 come Direttore Organizzativo e Amministrativo al fianco del regista Gianfranco De Bosio, nel 1968 alle dimissioni di De Bosio, divenne membro della direzione collegiale che resse il teatro torinese per un triennio. Tornato Direttore Organizzativo prima con Franco Enriquez e dal 1972 con Aldo Trionfo, lasciò l’incarico a Torino nel 1974, diventando poi Direttore dello Stabile Friuli Venezia Giulia e successivamente di Veneto Teatro.
Nel 1993 fondò a Roma il mensile di teatro e spettacolo “Primafila” che diresse fino al 2004, dando poi vita per due annate al nuovo periodico “Inscena”.
Avendo egli fondato nel 1973 con Aldo Trionfo il Centro Studi del Teatro Stabile di Torino, fu sempre attivo sostenitore dell’istituto culturale torinese al quale all’inizio del 2012 donò tutti i suoi libri e le sue carte di teatro che ne costituiscono il “Fondo Nuccio Messina”.

25 febbraio 2015

nuccio_messina2

Da sinistra: Gian Renzo Morteo, Indrid Thulin e Nuccio Messina presentano Il sogno di Strindberg prodotto dallo Stabile di Torino (1969).
Foto in alto, da sinistra: Nuccio Messina, Gian Renzo Morteo, Pier Paolo Pasolini e Laura Betti sulla scena di “Orgia” (1968).