Lunedì 22 maggio 2023, alle ore 19.30, debutta al Teatro Gobetti lo spettacolo Il mercante di luce, dall’omonimo romanzo di Roberto Vecchioni, edito da Einaudi e vincitore del Premio Cesare Pavese 2015, nella sezione Narrativa. Sarà in scena Ettore Bassi, mentre l’adattamento e la regia sono firmate da Ivana Ferri. Le musiche originali sono eseguite dal vivo da Massimo Germini. Il mercante di luce, prodotto dal Tangram Teatro, sarà replicato per la stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 28 maggio 2023.

 

Scheda a cura della Compagnia

“Marco mio, non sono io, sei tu il Mercante di Luce”. Stefano Quondam è un professore di letteratura greca, grandissimo e misconosciuto, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di combattere una testarda battaglia contro la stupidità e l’omologazione. Certo, è al tempo stesso un uomo imperfetto, pieno di difetti, ma vuole trasmettere al figlio quanto ha di più prezioso: la cultura. Vuole credere con tutto se stesso che la bellezza che gli tempesta la memoria sia una luce così potente da svergognare il buio. Ma tra i due chi è veramente il mercante di luce? Chi salva l’altro? Questa è la cronaca dei giorni di un ragazzo colto e curioso, emozionato e coraggioso e di un padre che con dedizione e amore tenta di spiegare il senso della vita, l’unico che conosce. Il filo che li unisce è la poesia: un excursus appassionato, un viaggio in cui si rincorrono i grandi gesti e le tenere paure di poeti e poetesse dell’unico tempo possibile, quello tra il mito e l’invenzione, in un punto sospeso tra pagine da sfogliare, passioni e vita vissuta. Lo spettacolo abbraccia lo stile e la magnificenza narrativa di Roberto Vecchioni e con una storia che attraversa il nostro presente ci fa entrare nella dimensione dei classici, ci immerge nella grande letteratura del passato che avvolge tutti noi con la sua luce. Un padre e un figlio. Due vite, due mondi. Percorrono insieme un ultimo tratto di strada scoprendo la forza e la fragilità del loro legame. Una riflessione sull’esistenza, sull’idea del Bello e del Sublime, trasmessa a noi con un incanto speciale e con accenti lirici intensi. Due vite, due mondi. Desideri falliti, gioie mai vissute. Padre e figlio percorrono insieme un ultimo tratto di strada, con un pathos degno della grande tragedia antica. I personaggi, finemente analizzati, si offrono a noi con tutte le loro fragilità. Entrambi, in modi diversi, sentono di non appartenere all’eterna ruota dell’esistenza. Stefano Quondam è prigioniero di un grande sogno, per il quale è capace di distruggere il bene che ha intorno. Marco assomiglia sempre più ad un’anima, non ad un ragazzo, costretto dalla sorte a costruirsi una realtà parallela fatta di momenti felici e vittorie invisibili. Tra le pagine del romanzo, alcune intensamente poetiche, affiorano i ricordi di un passato a tratti felice, segnato da ambizioni e delusioni per Stefano, o, nel caso di Marco, da piccoli momenti di euforia e dolorosi graffi al suo cuore di bambino. “Doveva lasciargli un dono, il più grande possibile, oltre la felicità o l’infelicità, l’amore e il disamore, il destino e Dio, la casualità inspiegabile di nascere e morire. E il dono è l’orgoglio di essere uomini e di vivere con questa rivelazione: perché non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro.” In mezzo un excursus letterario di alto livello: Sofocle, Euripide, Archiloco e l’immensa Saffo. Tragedie, miti e sentimenti universali sono un raggio di luce inaspettato che arriva ad illuminare e a dare un senso vero e positivo alle nostre vite.

 

CS_Il mercante di luce